mercoledì 11 novembre 2009

Fratelli d'Italia


Non c'è mai limite al cattivo gusto, ne sono convinto, ma quando questo raggiunge e si estende a quanto di più caro e sacro è nella coscienza di tutti noi italiani, allora credo che non si possa rimanere indifferenti, o volgere distrattamente la testa dall'altra parte, ma sia un imperativo categorico far sentire, alta e forte la nostra voce di indignazione e di riprovazione, quando si giunge ad offendere il nostro Inno nazionale, l'Inno che rappresenta la nostra Patria, anche se questa parola viene pronunciata oggi sottovoce e quasi con vergogna.
Ma noi che non ci vergogniamo di essere italiani, ma anzi ne andiamo fieri e orgogliosi, non possiamo tollerare e non vogliamo che il nostro Inno nazionale, sia utilizzato, seppur mutandone le parole, impunemente e incoscientemente, per una pubblicità televisiva di una marca di calze.
Per chi non avesse ancora avuto modo di vederlo, ma mi sembra impossibile, visto la diffusione e il successo che ha avuto, faccio specifico riferimento allo spot pubblicitario della azienda CALZEDONIA che utilizza, mutandolo e parodiandolo in SORELLE D'ITALIA il nostro Inno nazionale.
Non riesco ad immaginare chi abbia avuto questa stravagante idea, non riesco a comprendere come dalla mente fecondamente creativa di un pubblicitario possa essere stata partorita questa trovata aberrante e offensiva.
Vivo a Roma, mi reco spesso al Gianicolo dove i patrioti della Repubblica Romana del 1849 resistettero alle soverchianti truppe francesi, dove Goffredo Mameli a soli 22 anni lasciò la vita, colpito da una palla di fucile e ucciso dalla cancrena, tra atroci dolori, confortato da Giuseppe Mazzini.
Sinceramente non mi sembra un buon modo di onorare la memoria di chi ha donato la vita anche per noi, trasformando il Suo Inno, il nostro Inno, in un messaggio pubblicitario, seppur per calze da donna.
Un mio caro amico, indignato come me, ha scritto al Presidente della Repubblica una lettera di rimostranze, per denunciare il fatto, ricevendo prontamente una lettera di risposta dal Consigliere del Presidente della Repubblica, Che, dopo averlo ringraziato, da parte del Presidente, per il suo interessamento di cittadino e dopo aver rimarcato "il costante impegno del Capo dello Stato per la valorizzazione dell'Inno e dei simboli della unità nazionale, che acquistano ancor più significato guardando al prossimo 150° anniversario dell'Unità d'Italia" ha rassicurantemente aggiunto:"Posso inoltre informarLa che questo Ufficio ha provveduto a segnalare il caso, sollevato da Lei e da altri, all'Istituto dell' Autodisciplina Pubblicitaria per le valutazioni di competenza".
"Segnalare il caso all'Istituto dell'Autodisciplina Pubblicitaria"? Ossia l'equivalente di niente.
Non è troppo poco per quanto dovuto a Goffredo Mameli, all'Inno d'Italia e a noi italiani che ci riconosciamo in Esso?
Domenico Mazzullo
d.mazzullo@tiscali.it
http://www.studiomazzullo.com/